Gina Sobrero - Perché non prestare i propri libri
Brani scelti: GINA SOBRERO, I casi della vita, 1911.
Gettate uno sguardo alla vostra biblioteca dove s'allineano i vostri poeti, gli autori preferiti; osservateli: la bella rilegatura di alcuni s'è sgualcita, ad altri s'è sbiadita la delicata doratura, molti mostrano lamentevoli orecchiette, macchioline, sfumature; ringraziate il cielo se uno almeno non ha servito a spegnere il lucignolo d'una candela, se i margini non portano segni, allineature, goffe annotazioni. Questi disastri cui accenno con profonda amarezza dicono con quale negligenza furono tenuti quei volumi dai quali vi separaste momentaneamente per recar piacere ad un'amica. Forse li aveste in dono da persona cara, li acquistaste forse in un'ora di sconforto per attingervi forza di vita, ad essi si associano certamente memorie ed immagini dilette che adesso via appaiono come profanate da una mano brutale. Se già ai fanciulli s'insegnasse il culto per il libro, che non è solo una raccolta di fogli stampati, ma rappresenta il lavoro intellettuale e materiale di tante persone, la poesia di chi lo possiede, io non dovrei oggi sconsigliarvi un atto di semplice cortesia in sé stesso.