Roberto Ridolfi e la bibliofilia
Brani scelti: ROBERTO RIDOLFI, Orologio a pagine, Napoli, Gaspare Casella, 1951
"Non credo che nessuno possa sospettarmi di una bibliofilia esteriore e deteriore. Amo i libri per il loro contenuto, e il loro contenuto so, forse, gustare non meno di alcuno altro uomo; ma li amo di più se la veste esterna dà loro un più degno e proporzionato castone. Se tutto ciò che è bello è, per definizione, buono ed amabile, perché non dovrei io amare pur questa forma e, direi, questa occasione di bellezza? Si ama una donna per il suo spirito e la sua grazia, ma molto anche per la bellezza del corpo e moltissimo per l'eleganza del vestire e dello adornarsi. L'anima e la carne: siamo ancora a questo dissidio, ch'è armonia qualche volta; e anche nella corporea veste di un bel libro è cosa rara e stupenda goderne, quando accada, di tale armonia.
Item, il mio cupido amore per certe prime edizioni non è, o è in minima parte, dovuto a mera avidità di bibliofilo; né tutte parlano ugualmente al mio spirito. Un'edizione originale del Poliziano, dell'Ariosto, del Montaigne, a me dicono molto più della editio princeps della Divina Commedia, sebbene neppure a questa possa accostarmi senza venerazione. Le prime edizioni che amo fino a soffrirne sono quelle che gli autori stessi curarono, vegliandone giorno per giorno i progressi; e su quei fogli videro primamente, con commosso animo, sciamare per il mondo i loro fantasmi di poesia e di bellezza. Io credo che le cose s'impregnino dell'amore e delle sofferenze degli uomini; e in nessuno altro modo, né altrove come su quelle pagine, mi sento altrettanto vicino all'anima di uno scrittore."