Realismo magico: Bruno Stobbione - Omaggio a van Eyck - 1988 (olio su tela - archiviato)

BRUNO STOBBIONE.  Omaggio a van Eyck. 1988.

Cm. 60 x 80 (cm. 78 x 98 con bella cornice lignea del tempo lavorata a foglia d'oro). Firmato e datato in basso a sinistra. Olio su tela. Trascurabili segni del tempo, peraltro cornice e dipinto in ottimo stato di conservazione. Opera corredata di certificato di autenticità della Galleria L'Artistica di Genova che trattava in esclusiva le opere del pittore genovese e archiviata il 18/01/2000 presso la medesima galleria al nr. 067 STB/1-054. Stupenda natura morta metafisica a soggetto librario dedicata esplicitamente (come si evince dal titolo autoriale e dal ritratto dell'artista dedicatario presente in alto a destra) al grande pittore fiammingo Jan van Eyck (1390-1441), artista di fama internazionale caratterizzato da un inconfondibile stile incentrato su una resa analitica della realtà. Van Eyck fu incline a dipingere sovente soggetti librari e fu anche il perfezionatore della tecnica della pittura ad olio, che gradualmente sostituì in Europa l'uso del colore a tempera. Stupenda natura morta metafisica a soggetto librario di Bruno Stobbione (1926-1996), raffinato artista genovese che studiò al Liceo Artistico, si diplomò all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova e fu allievo del grande Gregorio Sciltian. Ha al suo attivo 53 mostre personali e molte partecipazioni a manifestazioni in Italia e all'estero dove ha sempre ottenuto così grandi successi di critica e di pubblico da essere considerato uno dei massimi esponenti internazionali del “Realismo Magico” insieme, tra gli altri, a Gregorio Sciltian, Alfredo Serri, Celada da Virgilio, Cagnaccio di San Pietro, Antonio Donghi, Mario Broglio e Ubaldo Oppi ecc. Il suo stile nelle nature morte sembra tendere al surrealismo per quanto riguarda la composizione e all'Iperrealismo nella forma. Si nota una volontà di riportare sulla tela oggettivamente, con fredda lucidità, gli elementi dei suoi bizzarri pastiches. Stobbione è in possesso di una notevole tecnica, che ricorda la pittura fiamminga, nella precisione con cui riproduce i vari materiali e gli effetti della luce incidente su di essi. Nonostante la sua oggettiva evidenza e pur evitando effetti atmosferici troppo accentuati, la tecnica di Stobbione è tale da inserire in modo naturale gli oggetti nello spazio, con una continuità e indefinitezza di contorni. “I colori dalle preziosità che si stemperano in luce, penombra e ombra, mettono particolarmente in risalto la partecipazione intensa di Stobbione al mondo delle cose: egli ci rivela quanto vibrante e ricco d'ispirazione possa essere un libro antico composto assieme ad un drappeggio […] lo spazio in vastità scandita su cui far scivolare lo sguardo e tramutarlo in sogno” (G. Jelenkovic). “Il Realismo magico di Bruno Stobbione si riconnette a quello di Sciltian, aggiungendovi un pizzico di surrealtà alla Dalì ed un altro modesto accenno dechirichiano” (Franca Bissoni). Bibliografia: Annuario Comanducci, 88; Catalogo Bolaffi, Volume “Pittura e scultura d'oggi in Liguria”, 1970; Catalogo illustrato d'arte moderna, Milano, 1971;  L'arte Contemporanea in Italia, Roma 1971; Traguardi dell'Arte '70, Roma 1972; Enciclopedia Internazionale Artisti Contemporanei, Roma 1970; Pittori Scultori Critici e Collezionisti, Roma 1971-72; Selezione biennale d'arte di pittori italiani, Torino 1972; Enciclopedia dell'arte contemporanea, Pavia 1973; American book on italian painting, Milano 1971 .