Vincenzo Migliaro - Scorcio di mercato nella vecchia Napoli - ca. 1905 (olio su tavola, pubblicato)

VINCENZO MIGLIARO.  Scorcio di mercato nella vecchia Napoli. Inizi del XX secolo (1900/1910).

Cm. 17,5 x 8 (cm. 30 x 20,5 con bella cornice in stile a cassonetto lavorata in foglia oro). Olio su tavola lignea (coperta al retro da masonite). Firmato in basso a destra “V. Migliaro” con il classico monogramma VM iniziale. Ottimamente conservato. Provenienza: asta del 24/02/2025 (lotto 1494) presso Il Ponte Casa d'Aste. Certificato di autenticità della galleria di provenienza. Opera accompagnata da expertise rilasciata da perito accreditato presso il Tribunale di Napoli. Pubblicato nella monografia del celebre critico d'arte Vittorio Pica (Nel mondo delle arti belle. Milano, Bestetti-Tumminelli, 1923); qui si veda il saggo dedicato a Migliaro datato 1916 (pp. 22-41). La nostra opera, intitolata “Porta Capuana a Napoli”, è pubblicata a p. 37 e nell'immagine risulta più ampia nei margini esterni. Questa splendida tavoletta a olio è un tipico esempio dei lavori di Migliaro caratterizzati da una stesura mossa e sensibile e da un tocco vibratile e impressionistico. Riscontriamo, nonostante il piccolo formato, una fresca e vivace rappresentazione della vita cittadina a Napoli, raccontata attraverso i colori vivaci e folcloristici di Porta Capuana. È ancora ben evidente l'interesse dell'artista verso il mondo popolare e la sua attenzione non è incentrata su luoghi o costumi, bensì sulla fitta trama di relazioni, espressioni e gesti che caratterizzano il popolo napoletano. Vincenzo Migliaro (Napoli 1858 –1938) fu pittore, scultore e incisore appartenente alla scuola napoletana. Dopo aver appreso l'arte dell'intaglio ai corsi della Società Centrale Operaia e aver frequentato lo studio di Stanislao Lista, si iscrive nel 1875 all'Istituto di Belle Arti di Napoli e si forma sotto la guida di Domenico Morelli. Nel 1877 compie un breve viaggio a Parigi, dove si sofferma a studiare le opere esposte al Museo del Louvre. È tuttavia Napoli, con la sua vivace vita popolare, la principale fonte di ispirazione dell'artista: le opere con le quali partecipa alle esposizioni nazionali - come quelle di Torino, del 1880, del 1884 e del 1898 - e alle internazionali (come quella di Barcellona, dove nel 1911 ottiene la medaglia d'argento) ne sanciscono la fama di attento osservatore ed indagatore della realtà napoletana. Contribuisce con altri pittori, tra i quali Vincenzo Irolli e Vincenzo La Bella, a decorare le sale del Caffè Gambrinus. Partecipa alle Biennali internazionali d'arte di Venezia, dal 1901 al 1928. Nel 1927 espose alla Galleria Pesaro di Milano, insieme a Vincenzo Caprile e Vincenzo Gemito. Bibliografia: Vittorio Pica, Nel mondo delle arti belle, Milano Bestetti-Tumminelli, 1923; Alfredo Schettini, Vincenzo Migliaro, Morano Editore, Napoli, 1962; Alfredo Schettini, La Pittura napoletana dell'Ottocento, Editrice E.D.A.R.T., Napoli, 1967; M. A. Pavone, Napoli scomparsa nei dipinti di fine ottocento, Newton Compton Editori, Roma, 1987; Nello e Saverio Ammendola, Ottocento-Novecento, due secoli di pittura a Napoli, con introduzione e intervista di M. Picone Petrusa, Electa Napoli, Napoli 1999; Domenico Di Giacomo, Vincenzo Migliaro il pittore di Napoli, Ianieri editore, Pescara, 2006; Rosario Caputo, Vincenzo Migliaro (1858-1938), Napoli, Grimaldi 2010.