Arthur Schopenhauer - L'oasi solitaria e il deserto

Arthur Schopenhauer - L'oasi solitaria e il deserto

Brani scelti: ARTHUR SCHOPENHAUER, Parerga e paralipomena, 1851.

Un'oasi bella, verdeggiante e fiorita si guardò intorno e nulla vide all'infuori del deserto: invano si sforzava di scorgere cose simili a sé. Allora proruppe in un lamento: "Disgraziata e solitaria oasi che io sono! Debbo rimanere qui sola, in nessun luogo vi è alcuno simile a me! Anzi non vi è nulla, neanche un occhio che possa vedermi e godere dei miei prati, delle mie sorgenti, degli alberi di palma e degli arbusti! Nulla mi circonda all'infuori del triste deserto senza vita, sabbioso e roccioso. A che cosa mi servono tutte le mie bellezze e ricchezze in questo abbandono!".

Allora parlò il suo vecchio e grigio padre, il deserto: "Figlia mia, se fosse diversamente, se invece di essere il triste e secco deserto, io fossi diverso, e fossi fiorente, verde ed animato, tu non saresti un'oasi, un luogo privilegiato, del quale, già da lontano, il viandante parla magnificandolo; saresti, invece, appunto una piccola parte di me e come tale passeresti inosservata. Perciò sopporta con pazienza la condizione della tua distinzione e della tua fama".