Arthur Schopenhauer - Gli uomini superbi e vanitosi

Brani scelti: ARTUR SHOPENHAUER, Parerga e paralipomena, 1851.
La superbia è la convinzione, già esistente, della propria superiorità in un senso o nell'altro; la vanità è invece, il desiderio di suscitare quella convinzione negli altri, accompagnato, per lo più, dalla segreta speranza di poterla poi fare anche propria.
Cosi, la superbia è una grande stima di sé stessi che procede dal proprio interno, ed è quindi diretta, mentre la vanità è un'aspirazione a ottenerla dal di fuori, cioè indirettamente. In conformità con ciò, la vanità rende loquaci, e la superbia rende taciturni.
Ma il vanitoso dovrebbe sapere che quell'alta opinione degli altri, alla quale aspira, è assai più facile a ottenersi con un assiduo silenzio che col parlare, quand'anche uno avesse da dire le cose più belle.
da La Rivista

Emily Dickinson - That Love is all there is (Che sia l'amore tutto ciò che esiste)
Poesie scelte: EMILY DICKINSON, That Love is all there is (Che sia l'amore tutto ciò che esiste), poesia 1765.

La biblioteca faceta di Vinzenzo Belando
Maramaldeggiando tra libri introvabili… Mi viene fatto di pensare: e se fosse un Lettore, esterno a me, a leggere un libro in cui si parla di me? Io sarei "idea" del Lettore che legge un libro in cui si parla di me. Ed in questo preciso momento il Lettore che legge di me si immagina me che scrivo di un Lettore che legge un libro in cui si parla di ...





