Erasmo da Rotterdam - Elogio della follia (Parla la follia, VI)

Brani scelti: ERASMO DA ROTTERDAM, Elogio della follia (Parla la follia, VI).
[Edizione Acrobat a cura di Patrizio Sanasi]

Anche in questo, infatti, intendo imitare i retori del nostro tempo, che si credono proprio degli Dči se, a mo' delle sanguisughe, mostrano due lingue, e considerano una grande impresa inserire nel discorso latino, come in un intarsio, qualche paroletta greca, che magari era proprio fuori posto. Se poi fanno loro difetto termini esotici, tirano fuori da pergamene ammuffite quattro o cinque termini arcaici con cui rendere oscuro il testo al lettore. Cosģ chi riesce a capire č pił soddisfatto di sé, e chi non capisce ammira tanto di pił quanto meno capisce. Tra gli eletti piaceri dei nostri contemporanei, infatti, c'č anche questo: esaltare tanto di pił una cosa, quanto pił č straniera. I pił ambiziosi ridono e applaudono e, come gli asini, muovono le orecchie, dando ad intendere agli altri di avere capito tutto. E' proprio cosģ. Ritorno all'argomento.