Friedrich Nietzsche - L'abitudine all'ironia rovina il carattere
Brani scelti: FRIEDRICH NIETZSCHE, Umano troppo umano, 1878.
L'ironia è al suo posto solo come mezzo pedagogico, da parte di un insegnante nei rapporti con allievi di qualsiasi specie: il suo scopo è di umiliare e di far provare vergogna, ma a quel modo salutare che fa risvegliare buoni propositi e che ci comanda di portare venerazione e gratitudine, come a un medico, a colui che ci ha così trattati.
L'ironico si finge ignorante, e lo fa così bene, che gli allievi che con lui conferiscono si illudono, e credendo in buona fede di saperla più lunga, diventano sfacciati e si scoprono da tutte le parti; perdono ogni cautela e si mostrano come sono; finché a un certo momento il lume, che essi tenevano in faccia all'insegnante, non fa ricadere i suoi raggi in modo molto umiliante su loro stessi. Dove non ha luogo un rapporto come quello tra insegnante e allievo, essa è un malvezzo, una passione volgare.
Tutti gli scrittori ironici contano sullo stolto genere di uomini, i quali amano sentirsi superiori a tutti gli altri insieme all'autore, che essi considerano come il portavoce della loro presunzione. L'abitudine all'ironia, come anche quella al sarcasmo, rovina del resto il carattere, essa conferisce a poco a poco una qualità di malevola superiorità.
da La Rivista
Libri antichi di letteratura
Giovanni Boccaccio - La geneologia de gli Dei de Gentili - Venezia 1581
BOCCACCIO GIOVANNI. La geneologia de gli Dei de Gentili. Con la spositione de sensi allegorici delle favole, et con la dichiaratione dell'historie appartenenti a detta materia. Tradotta per M. Gioseppe Betussi da Bassano. In Venetia, appresso Fabio et Agostino Zoppini, 1581SCHEDA COMPLETA
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