Giovanni Boccaccio - Amorosa visione

Giovanni Boccaccio - Amorosa visione

Poesie scelte: GIOVANNI BOCCACCIO, Amorosa visione (Sonetti introduttivi, 1342-43).

Mirabil cosa forse la presente
vision vi parrà, donna gentile,
a riguardar, sì per lo nuovo stile,
sì per la fantasia ch'è nella mente.
Rimirandovi un dì, subitamente,
bella, leggiadra et in abit'umile,
in volontà mi venne con sottile
rima tractar parlando brievemente.
Adunque a voi, cui tengho donna mia
et chui senpre disio di servire,
la raccomando, madama Maria;
e prieghovi, se fosse nel mio dire
difecto alcun, per vostra cortesia
correggiate amendando il mio fallire.
Cara Fiamma, per cui 'l core ò caldo,
que' che vi manda questa Visione
Giovanni è di Boccaccio da Certaldo.

Il dolce inmaginar che 'l mio chor face
della vostra biltà, donna pietosa,
recam'una soavità sì dilectosa
che mette lui con mecho in dolcie pace.
Poi quando altro pensiero questo disface,
piangemi dentro l'anima 'ngosciosa,
cercando come trovar possa posa,
et sola voi disiar le piace.
Et però volend'i' perseverare
pur nello 'nmaginar vostra biltate,
cerco con rime nuove farvi i' onore.
Questo mi mosse, donna, a compilare
la Visione in parole rimate,
che io vi mando qui per mio amore.
Fatele onor secondo il su' valore,
avendo a tempo poi di me pietate.

O chi che voi vi siate, o gratiosi
animi virtuosi,
in cui amor come 'n beato loco
celato tene il suo giocondo focho,
i' vi priego c'un poco
prestiate lo 'ntellecto agli amorosi
versi, li quali sospinto conposi
forse da disiosi
voler troppo 'nfiammato; o se 'l mio fioco
cantar s'imvischa nel proferer broco,
o troppo è chiaro o roco,
amendatel acciò che ben riposi.
Se in sé fructo o forse alcun dilecto
porgesse a vo' lector, ringratiate
colei la cui biltate
questo mi mosse a ffar come subgiecto.
E perché voi costei me' conosciate,
ella somigli' Amor nel su' aspecto,
tanto c'alcun difecto
non v'à a chi già 'l vide altre fiate;
e l'un dell'altro si gode di loro,
ond'io lieto dimoro.
Rendete a llei 'l meritato alloro!
E più non dico 'mai,
perché decto mi par aver assai.