Saffo - Ode a Venere

Saffo - Ode a Venere

Poesie scelte: SAFFO, Vita e Frammenti di Saffo da Mitilene (Bologna, Romagnoli 1863).

O Venere dal soglio
Variopinto, o germoglio
Di Giove, eterno; o d'amorosi furti
Artefice: a te supplico: di rea
Cura e d'angoscia non gravarmi, o Dea.

Vieni, se orecchio attento
Al mio d'amor lamento,
Che spesso io ti mandava, unqua porgesti.
Lo udivi; e, la paterna aula varcata,
A me traevi; e, al cocchio aureo aggiogata.

Di passeri leggiadra
Celere coppia, l'adra
Terra, quaggiù menandoti, dall'alto,
Aleggiando agilissima radea,
Per mezzo l'aere; e subito giungea.

Tu, beata, del volto
Immortale a me volto
Il celeste sorriso, onde, chiedevi,
Onde il dolor per ch'io mi trangosciai,
E qual fosse cagion ch'io ti chiamai.

Come il profondo mio
Furïoso desio
Meglio a me piaccia racquetar, per quale
Nuova facondia o laccio altro d'amore:
Chi, Saffo mia, chi ti martella il core?

Fugge or da te costui?
Fra poco i passi tui
Seguiterà; rifiuta ora i tuoi doni?
Darágli esso medesimo; e' non t'ama ora?
T'amerà presto, al tuo dispetto ancora. 

Torna a me di presente:
Sana la sanguinente
Ferita mia: quanto il desir domanda
Che tu compia per me, compiere imprendi;
E tu medesima a pugnar meco scendi.

Traduzione di Giuseppe Bustelli