Seneca - Finché niente basta a te, tu non basterai agli altri

Brani scelti: SENECA, Lettere a Lucilio, 62/65 d.C.
Chi vive nella prosperità è avido dei beni altrui, ed è esposto all'altrui avidità. Finché niente basta a te, tu non basterai agli altri. [...] La folle avidità degli uomini divide tutte le cose in possessi e in proprietà esclusive, e pensa che ciò che è un bene comune non sia anche di ciascuno. Ma il saggio niente considera maggiormente suo che quel bene di cui ha in comune la proprietà col genere umano. [...]
L'avidità di danaro non è mai senza pena, per quanto quest'avidità sia in se stessa una pena sufficiente. Quante lacrime e quante fatiche richiede! Com'è misera per quello che non ha, e come è misera per ciò che si è procurata! [...] Una cieca cupidigia ci spinge verso cose che ci nuoceranno e, in ogni caso, non ci appagheranno mai.
E non comprendiamo che, se qualche cosa avesse la capacità di appagarci, già l'avremmo trovata; né pensiamo quanto sia meglio non chiedere niente, quale segno di superiorità sia dichiararsi soddisfatti e non dipendere dalla fortuna. Chiunque pensa sempre di ottenere qualcosa dimentica ciò che ha già ottenuto. Il peggiore male della cupidigia sta nella sua ingratitudine.
da La Rivista
Libri antichi di letteratura
La prima edizione critica dell'opera di Francesco Petrarca: Le rime - Modena 1711 (prima edizione)
PETRARCA FRANCESCO. Le rime riscontrate co i testi a penna della Libreria Estense, e co i fragmenti dell'originale d'esso poeta. S'aggiungono le considerazioni rivedute e ampliate d'Alessandro Tassoni, le annotazioni di Girolamo Muzio, e le osservazioni di Lodovico Antonio Muratori. In Modena, per Bartolomeo Soliani Stamp. Ducale, 1711SCHEDA COMPLETA
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