Un capolavoro del Novecento: Boris Pasternak - Il Dottor Zivago - 1957 (prima edizione mondiale)
Il Dottor Zivago. Traduzione dal russo di Pietro Zveteremich. Milano, Feltrinelli, 1957 (15 Novembre).
Cm. 20, pp. 710 (2). Legatura in cartonato editoriale con sovraccoperta illustrata a colori da Ampelio Tettamanti nel piatto anteriore e ritratto fotografico di Pasternak nel piatto posteriore. Minimi segni del tempo perlopiù limitati alla sovraccoperta. Leggere fioriture ai contropiatti e al dorso in tela; ordinaria e leggera patina del tempo alle estremità delle pagine. Esemplare nel complesso ben conservato, privo di sottolineature o firme di possesso. Rara e ricercata prima edizione mondiale (nella prima tiratura del 15 novembre) con la traduzione di Pietro Zveteremich. Proibito in Unione Sovietica, dove non venne pubblicato che nel 1988, il romanzo valse all'Autore il Nobel per la letteratura nel 1958. Tuttavia, in seguito alle pressioni del regime sovietico, Pasternak rifiutò il premio. “Boris Pasternak ha terminato questo libro più di tre anni fa. Nel 1956 e 1957 la radio sovietica e la rivista Znamja (n. 4 - 1957) ne avevano annunciato la prossima pubblicazione in Unione Sovietica. Sulla scorta di queste informazioni, la nostra Casa editrice ha provveduto ad assicurarsi i diritti di pubblicazione, ben sapendo che altrimenti gli autori russi non sono protetti all'estero dalle convenzioni internazionali sui diritti d'autore. Abbiamo, così, avuto direttamente dall'autore copia del manoscritto. Alla fine dell'estate abbiamo avuto una richiesta di restituzione del manoscritto da parte dell'autore, il quale manifestava il desiderio di rivederlo. Ci siamo però trovati nell'impossibilità di accedere al desiderio dell'autore in quanto il libro era già in avanzato stato di lavorazione e pronto per la stampa anche in altri paesi. Presentiamo quindi al pubblico italiano questa edizione del Dottor Zivago nella originale stesura per cui a suo tempo si era concordata con l'Autore la pubblicazione” (dalla nota dell'Editore). “Il romanzo, accolto in manoscritto dai dirigenti letterari sovietici con obiezioni di fondo che si conclusero in una lettera della redazione della rivista Novyj Mir che rifiutava la pubblicazione dell'opera) pervenne all'editore Feltrinelli che lo presentò al pubblico direttamente in traduzione italiana. L'avvenimento uscì, in breve, dall'ambito del dibattito culturale e si trasformò in una questione prevalentemente politica, con aspetti di esasperazione polemica, estranei al giudizio sul valore artistico dell'opera” (Dizionario Universale della Letteratura Contemporanea, III, p. 985). Cfr. Iccu.
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