Giambattista Vico - Della antichissima sapienza degl'italiani - Napoli 1817 (rara seconda edizione)
Della antichissima sapienza degl'italiani tratta da' latini parlari opera di Giambattista Vico dalla latina nell'italiana favella recata. Napoli, dalla Tipografia di Nunzio Pasqua, 1817.
Cm. 20, pp. xiv, 74; 122. Bellissima legatura napoletana del tempo in piena pergamena rigida; dorso a 5 nervi con titoli in oro e belle impressioni a secco ai piatti. Minima mancanza a una punta posteriore, impercettibili arrossature. Esemplare ben conservato. Rara seconda edizione in volgare italiano del De antiquissima Italorum sapientia composto da Giambattista Vico in latino nel 1710. L'opera contiene la prima forma della sua gnoseologia e la celebre proposizione della conversione del vero con il fatto. Raccogliendo il suggerimento dell'amico Paolo Mattia Doria, e partendo da alcune idee contenute nel "Cratilo" platonico, il pensatore napoletano sviluppò una propria personale teoria circa la natura parallela dell'indagine filosofica e dell'indagine storica. "Il principio del "verum-factum" da un lato chiarisce definitivamente l'atteggiamento anticartesiano del Vico dall'altro, se pur in questo primo momento arresta il Vico in un cauto e riservato scetticismo, apre la via a riconoscere la conoscibilità e la verità della storia, in questo mondo fatto dagli uomini, e a compiere il salto dalla metafisica della mente alla filosofia dello spirito" (Norberto Bobbio in Dizionario Bompiani delle opere, I, 190). Benedetto Croce e Fausto Nicolini accennano alla discussa attribuzione della traduzione. Se il Silvestri informava di averla edita "sopra un manoscritto datogli dal professor Romagnosi", a Romagnosi la attribuì anche Tommaso Bozza; invece il primo traduttore tedesco della "Scienza Nuova", Wilhelm Ernst Weber, ne ascrisse la paternità a Vincenzo Monti, e così il Romagnosi stesso e Baldassarre Poli nelle loro note al "Manuale di storia della filosofia" di Wilhelm GottliebTennemann. Benché il nome del traduttore resti ancora un'incognita, la bilancia dell'attribuzione inclina comunque più verosimilmente dalla parte del Monti che da quella del Romagnosi. Cfr. Croce-Nicolini, Bibliografia vichiana, I, p. 17: "Quanto alle traduzioni, prima in ordine di tempo fu quella pubblicata nel 1816 a Milano dalla tipografia di Giovanni Silvestri e ristampata, col medesimo titolo, nel 1817 a Napoli"; Iccu.
Altri libri per "storia" o "storiografia"
Lettera di Maria Teresa d'Austria agli elettori dopo l'incoronazione del 1740 - Vienna 1741/42
Lettera di sua maestà, la reina di Ungheria , e Boemia &c diretta agl'inviati degli elettori, principi, e stati del Sagro Romano Imperio residenti in Ratisbona, in data 29 Dicembre 1740. Tradotta dalla lingua tedesca nella volgare. S.n.l. (ma verosimilmente Vienna, 1741)SCHEDA COMPLETA
€ 350L'eresia nel Cinquecento: Havensius - Speculum haereticae crudelitatis - 1608 (rara prima edizione)
HAVENSIUS ARNOLDUS. Speculum haereticae crudelitatis: in quo tam veterum quam recentium haereticorum, ingenia, mores, immanisque saevitia, in antistites maxime ac religiosorum hominum familias, varijs in locis designatae, proprijs suis coloris depictae exhibent. Coloniae, imprimebat Servatius Erffens, 1608SCHEDA COMPLETA
€ 500Il più importante libro di emblemi del Cinquecento: Andrea Alciati - Emblemata 1566 (211 xilografie)
ALCIATUS ANDREAS. Emblemata denuo ab ipso autore recognita, ac quae desiderabantur, imaginibus locupletata. Accesserunt nova aliquot ab autore emblemata suis quoq. Iconibus insignita. Lugduni, apud Gulielmum Rovillium, 1566SCHEDA COMPLETA
€ 2000