Leopardi - Crestomazia italiana di prosa & Crestomazia italiana poetica - 1827/28 (prime edizioni)
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Leopardi - Crestomazia italiana in prosa & Crestomazia italiana poetica 1827/28 (due prime edizioni)

LEOPARDI GIACOMO.  Crestomazia italiana cioč scelta di luoghi insigni o per sentimento o per locuzione raccolti dagli scritti italiani in prosa di autori eccellenti d'ogni secolo. Milano, presso Ant. Fort. Stella e Figli, 1827.

Due parti (a numerazione continua, seconda parte con autonomo occhietto) in un volume di cm. 18,2, pp. 1-356; 357-744. Segue in autonomo volume: LEOPARDI GIACOMO. Crestomazia italiana poetica, cioè scelta di luoghi in verso italiano insigni o per sentimento o per locuzione, raccolti e distribuiti secondo i tempi degli autori. Milano, presso Ant. Fort. Stella e figli, 1828. Due parti in un volume di cm. 18,2 , pp. (&) 237 (1) + 1 c.b. (3) 242-638 (a numerazione continua, seconda parte con autonomo occhietto). Due distinte opere rilegate anticamente in modo omogeneo, molto rare da trovarsi appaiate. Splendida legatura del tempo in mezza pelle color nocciola con titoli, filetti ed eleganti fregi in oro al dorso. Carta marmorizzata ai piatti. Trascurabili e sporadiche fioriture ad alcune pagine del secondo esemplare. Stupendi esemplari da alta collezione in perfetto stato di conservazione. Prima opera: Leopardi compose questa straordinaria Crestomazia della prosa tra il novembre del 1826 e i primi di giugno del 1827: «Tutti i miei pensieri sono ora rivolti al lavoro dell'Antologia, il quale io condurrò con impegno e con vero amore, parendomi che possa riuscire cosa di utilità, e di momento non piccolo», scriveva all'editore Stella il 12 Novembre 1826. Il costante e intenso impegno profuso nella compilazione dell'opera fu ben ricompensato da un'accoglienza molto positiva che indusse Leopardi a pensare ben presto a una nuova edizione. La selezione degli autori antologizzati fu condotta tanto in considerazione del pubblico di riferimento («io ho voluto che questo libro servisse sì ai giovani italiani studiosi dell'arte dello scrivere, e sì agli stranieri che vogliono esercitarsi nella lingua nostra», Crestomazia, p. 3) quanto sulla base di criteri tanto letterari quanto linguistici: «ho voluto che questo riuscisse come un saggio e uno specchio della letteratura. [...] Ho tolto da scrittori di ogni qualità, e da libri di ogni materia; tenendomi tuttavia per lo più, come dico nel titolo, agli autori eccellenti. [...] In terzo luogo, il proposito mio è stato che questa Crestomazia, non solo giovasse, ma dilettasse; e che dilettasse e giovasse, non solo ai giovani, ma anche agli uomini fatti; e non solo agli studiasi dell'arte dello scrivere, o della lingua, ma ad ogni sorte di lettori». Dall'indice: narrazioni; Descrizioni e immagini; Apologhi; Allegorie, comparazioni e similitudini; Lettere; Discorsi domostrativi; Eloquenza; Filosofia speculativa; Filosofia pratica; Relazioni di costumi, caratteri e ritratti; Paralleli; Filologia. Prima edizione, rara a trovarsi completa delle due parti (che uscirono in realtà a qualche mese di distanza l'una dall'altra). Cfr. Iccu; Parenti, Prime edizioni italiane, p. 308; Biancardi-Francese, Prime edizioni italiane, p. 263; Catalogo del fondo leopardiano, nr. 93; Muñiz Muñiz, Le Crestomazie di Giacomo Leopardi (in Antologie d'autore, 2016); Mazzatinti-Menghini, nr. 665. Seconda opera: I lavori per la composizione della “Crestomazia poetica” iniziarono nel dicembre del 1827 a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione della “Crestomazia della prosa”, come attesta una lettera all'editore datata 21 dicembre dello stesso anno: «Io sto interamente occupato nella Crestomazia poetica, e con grande speranza che anche questa riesca di sua soddisfazione». Il lavoro si concluse alla fine di Giugno, e il primo di Luglio Leopardi annunciava di aver finalmente consegnato il manoscritto. La raccolta fece molto discutere per alcune scelte che parvero azzardate ai contemporanei; su tutte, apparve inconcepibile l'esclusione in blocco del Trecento e dei maggiori poemi rinascimentali, nonostante le ragioni che portarono alla scelta siano ben motivate nella nota dapertura. Dalla nota introduttiva ai lettori: «Di Dante e del Petrarca, del Furioso e delle Satire di Ariosto, della Gerusalemme e dell'Aminta del Tasso, del Pastor Fido, del Giorno del Parini non ha tolto cosa alcuna e ha creduto, prima, che a voler conoscere la poesia nostra, sia necessario che quelle opere si leggano tutte intiere; poi, che il farle in pezzi, o il dire questo è il meglio che hanno fatto, sia un profanarle». Nonostante le critiche e i dubbi postumi dello stesso Leopardi, l'interesse per le due Crestomazie si sta riaccendendo, e negli ultimi anni vanno fiorendo nuovi contributi dedicati alla figura di Leopardi antologista, ancora in parte da scoprire. Prima edizione, rara e ricercata. Cfr. Iccu; Biancardi-Francese, Prime edizioni italiane, p. 263; Parenti, Prime edizioni italiane, p. 308; Mazzatinti, Bibliografia leopardiana, nr. 668; Catalogo del fondo leopardiano, n. 95; Muñiz Muñiz, Le Crestomazie di Giacomo Leopardi (in Antologie d'autore, 2016).

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