Monaldo Leopardi - Dialoghetti sulle materie correnti - Modena, Gennaio 1832 (rara seconda edizione)
Dialoghetti sulle materie correnti nell'anno 1831. S.n.t. (ma Modena, Gennaio 1832).
Cm. 21, pp. 88. Solida legatura datata (ma novecentesca) in piena tela verde con il nome dell'Autore impresso in oro lungo il dorso. Tagli spruzzati. Lievi e sporadiche fioriture (con micro-puntinature più evidenti alle carte iniziali e finali), peraltro esemplare nel complesso genuino e ben conservato. Fortunatissimo pamphlet reazionario di Mondaldo Leopardi (1776-1847), letterato e filosofo recanatese padre di Giacomo. L'opera, che valicò i confini nazionali ed ebbe grande fortuna editoriale, configura una requisitoria in forma di dialoghi contro le dottrine dell'Illuminismo e della Rivoluzione Francese. I Dialoghetti contengono: Dialogo I - Parte I: L'Europa, la giustizia e l'Italia - Parte II: L'Europa, la giustizia, la Francia e la restaurazione. Dialogo II: Il giudizio, la libertà, il turco e la politica; Dialogo III: Il demonio, Napoleone e gran quantità di francesi; Dialogo IV: Il mondo, la guerra, la moderazione e la legittimità. Da p.49: "Il viaggio di Pulcinella, trattenimento scenico recitato dal mondo di oggi per far ridere il mondo di domani" con la datazione (17 dicembre 1831) in fine a p. 88. "Nel 1831, in seguito ai moti scoppiati nell'Italia centrale, con la speranza che un suo moderato coinvolgimento potesse evitare guai maggiori al sistema politico per cui si era sempre battuto, si sentì in dovere di entrare nel Comitato provvisorio governativo nato a Recanati dopo l'insurrezione, sia pur mantenendosi sempre un fedele suddito del pontefice e dichiarandosi alieno da simpatie rivoluzionarie. Una volta sconfitti i liberali, il Leopardi prese decisamente posizione a favore del potere legittimo con la pubblicazione dei Dialoghetti sopra le materie correnti nell'anno 1831, un breve opuscolo uscito anonimo, senza indicazioni editoriali, e solamente siglato, in cifre romane, MCL, ossia Monaldo Conte Leopardi (il L. usò questa sigla anche in cifre arabe). Il pamphlet ebbe un successo clamoroso, tanto da essere ristampato più volte in poco tempo (dopo cento giorni si erano già pubblicate sei edizioni). Lo scritto esprimeva le sue idee passatiste con franchezza e vivacità, così da risultare di più allettante lettura. Invece di impegnarsi in dissertazioni dottrinarie, usava il dialogo serrato, la battuta anche salace - si veda il gioco di parole fra costituzione e costipazione - e il paradosso per sostenere la causa del trono e dell'altare. L'opuscolo non mancava però di una certa sua critica originalità rispetto ad altri di eguale parte politica, come si può constatare nella ferma condanna delle risoluzioni del congresso di Vienna, che in nome della ragion di Stato avevano stravolto, agli occhi del L., le più elementari norme della giustizia e dell'etica con il restaurare i governi legittimi secondo la logica del compromesso" (cfr. Nicola Del Corno in Dizionario Biografico degli Italiani, volume 64, 2005). Così Melzi (Dizionario, I, 289): "Operetta scritta con molto fanatismo atto a destare passioni politiche". Rara seconda edizione assoluta nonché prima modenese, la seconda pesarese uscì in Febbraio 1832. Per distinguere la prima edizione dalla seconda è necessario verificare se la p.48 è o meno stampata: nell'originale tale pagina è bianca, se è stampata si tratta appunto della seconda, stampata a Modena nel Gennaio 1832. Cfr. anche Iccu; Parenti, Rarità, II, 152-156 cita la prima (Pesaro, Nobili, 1831) e riproduce il frontespizio identico al nostro, con identica collazione ma con la p.48 bianca.
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