L'organizzazione degli eserciti nel Seicento: Brancaccio - I carichi militari 1610 (prima edizione)
I carichi militari. In Anversa, appresso Ioachimo Trognesio, 1610.
Cm. 26,5, pp. (14) 272 (20) [errata e privilegio in fine]. Magnifico frontespizio calcografico con dati tipografici posti entro cornice figurata con figure e motivi militari, 5 splendide tavole f.t finemente incise in rame ripiegate e disposte su doppia pagina (schieramenti militari, accampamenti, fortezze e manovre). Numerosi capilettera e belle testatine xilografiche. Bellissima legatura coeva di area olandese in piena pergamena rigida con titoli e ricchi fregi impressi a secco a dorso e piatti. Ampie unghie e tagli dorati (con titoli manoscritti al taglio di piede). Dorso ottimamente restaurato; sporadiche fioriture e lievi arrossature. Esemplare nel complesso fresco e ben conservato. Lelio Brancaccio (1560 ca.-1637), marchese di Montesilvano nativo di Napoli, fu uomo d'armi e stimato scrittore militare. Per il valore dimostrato sui campi di battaglia di Lombardia e Fiandra ebbe il comando delle truppe genovesi nella guerra contro Savoia e Francia del 1626. Fu quindi nominato maestro di campo generale delle milizie spagnole in Fiandra. Questo ampio e fortunato trattato di arte militare fu certamente la sua opera più celebre e significativa. Così la voce B. (Dizionario Biografico degli Italiani, volume XIII, voce a cura di Gaspare De Caro) a proposito di quest'opera: "A Napoli il Brancaccio prese a scrivere un trattato di arte militare, dal titolo Carichi militari o Fucina di Marte, nel quale trattò dei compiti che spettano a ciascun grado della milizia, dal soldato sino al maestro di campo generale, concludendo con una esposizione dei doveri del principe nei riguardi del suo esercito. L'opera, dedicata all'arciduca Alberto d'Asburgo, non ha maggiore interesse delle molte altre simili trattazioni del tempo, anche se in essa si avverte la già lunga ed intensa esperienza militare del Brancaccio; importanti sono alcuni cenni del Brancaccio ai "campi trincerati". Il trattato ebbe un buon successo, contandosene in un trentennio ben tre edizioni, ad Anversa nel 1610, a Milano nel 1620 ed a Venezia nel 1641". Non comune prima edizione. Cfr. Iccu; Piantanida, 1416; Olschki, Choix, 10032; Cockle, 609; Brunet I, 1201; Graesse I, 519.
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