Vittorio Alfieri - Panegirico di Plinio a Trajano - Venezia, Foglierini 1787 (rara seconda edizione)
Panegirico di Plinio a Trajano nuovamente trovato e tradotto da Vittorio Alfieri da Asti. In Venezia, presso il Foglierini, 1787.
Cm. 22, pp. 70 (2). Legatura strettamente coeva in cartonato alla rustica con traccia di titoli manoscritti al dorso. Trascurabili segni del tempo alla legatura, peraltro esemplare assai marginoso e ben conservato. Rara seconda edizione (uscita nello stesso anno della prima stampata a Parigi in 525 esemplari) di questo celebre falso letterario, fondamentale documento del passaggio dall'età delle riforme a quella rivoluzionaria, in cui Alfieri veste i panni dell'intellettuale che chiede all'imperatore di rinunciare al proprio potere per rendere ai sudditi la libertà. Nel 1785 Vittorio Alfieri aveva letto le epistole di Plinio il Giovane restando entusiasta del loro contenuto, del loro stile e della personalità del loro autore. Fu invece fortemente deluso dalla lettura del Panegirico rivolto dello stesso Plinio all'imperatore Traiano, deprecandone il carattere encomiastico e retorico, e decise di concepire e scrivere un nuovo Panegirico a Traiano - più aderente allo spirito del Plinio delle epistole, e veramente tacitiano nella forma e nello stile - fingendo che si trattasse di una autentica opera di Plinio da poco scoperta in un "manoscritto antico nuovamente trovato". Nella primavera del 1787, trovandosi a Parigi dove si era trasferito con la contessa d'Albany con l'intenzione di stampare in degna veste tipografica le sue tragedie, pensò di "fare una prova dei caratteri e proti e maneggi tipografici parigini" e affidò allo stampatore Philippe-Denys Pierres la pubblicazione del suo Panegirico. Così l'8 maggio di quell'anno poteva scrivere al suo amico senese Bianchi: "frattanto è uscito alla luce il Panegirico stampato come ella vedrà non male, e senza nessun errore". In realtà il poeta astigiano non rimase pienamente soddisfatto del lavoro del Pierres, e si rivolse, per la stampa delle Tragedie, a François-Ambroise Didot, il più rinomato tipografo francese del tempo. Terminata nel 1789 l'impegnativa stampa dei sei volumi delle Tragedie, l'incontentabile Alfieri volle nuovamente pubblicare un'edizione veramente magnifica del Panegirico, degna di competere con le produzioni del Bodoni, e la affidò sempre a Didot. Cfr. Iccu; Bustico, 359; Fava, 490.
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