Un simbolo dell'Illuminismo: Cesare Beccaria - Dei delitti e delle pene - 1769 (raro e ricercato)
Dei delitti e delle pene. Edizione ultima dell'anno 1769. Coll'aggiunta del Commentario alla detta opera del signor di Voltaire tradotto da celebre autore. A Lausanna [recte Livorno], s.n. [Marco Coltellini], s.d. (1769).
Cm. 17, pp. vii (1) 174 (2). Bellissima antiporta allegorica incisa finemente in rame. Legatura strettamente coeva in piena pergamena rigida con titoli in oro al dorso. Qualche sporadica macchietta/fioritura. Esemplare nel complesso ben conservato. Questa celebre opera, vero e proprio simbolo dell'Illuminismo italiano, fu pubblicata anonima nel 1764 a Livorno da Marco Coltellini. Nel saggio Cesare Beccaria (1738-1794) si pone con spirito illuminista delle domande circa le modalità di accertamento dei delitti e circa le pene allora in uso. Nel 1766 il libro viene incluso nell'indice dei libri proibiti a causa della sua distinzione tra reato e peccato. Così scrisse Pietro Verri, a proposito dell'opera, in una lettera ad amici milanesi: «Prima di chiudere vi soddisferò sul proposito del libro Dei delitti e delle pene. Il libro è del marchese Beccaria. L'argomento gliel'ho dato io, e la maggior parte dei pensieri è il risultato delle conversazioni che giornalmente si tenevano fra Beccaria, Alessandro, Lambertenghi e me. […] Beccaria si annoiava e annoiava gli altri. Per disperazione mi chiese un tema, io gli suggerii questo, conoscendo che per un uomo eloquente e d'imagini vivacissime era adattato appunto. Ma egli nulla sapeva dei nostri metodi criminali. Alessandro, che fu il protettore dei carcerati, gli promise assistenza. Cominciò Beccaria a scrivere su dei pezzi di carta staccati delle idee, lo secondammo con entusiasmo, lo fomentammo tanto che scrisse una gran folla d'idee, il dopo pranzo si andava al passeggio, si parlava degli errori della giurisprudenza criminale, s'entrava in dispute, in questioni, e la sera egli scriveva; ma è tanto laborioso per lui lo scrivere, e gli costa tale sforzo che dopo un'ora cade e non può reggere. Ammassato che ebbe il materiale, io lo scrissi e si diede un ordine, e si formò un libro». Importante e rara edizione che raccoglie oltre al testo rivisitato e definitivo del capolavoro di Beccaria anche la prima edizione italiana del Commentario di Voltaire. Il luogo di stampa Losanna è falso, in realtà la presente edizione fu stampata a Livorno da Marco Coltellini (a questo proposito si veda Luigi Firpo, Le edizioni italiane del "Dei delitti e delle pene", p. 572-573, nr. 14). Cfr. Iccu; Bibliografia delle Edizioni giuridiche antiche, II, 2, 723.
































