Diritto naturale: Finetti - De principiis juris naturę et gentium adversus Hobbesium et alios - 1764
De principiis juris naturae et gentium adversus Hobbesium, Pufendorfium, Thomasium, Wolfium et alios. Libri XII. Venetiis, apud Thomam Bettinelli, 1764.
Due parti in un volume di cm. 28, pp. (4), xxviii, 336; (4) viii, 344. Con un bellissimo ritratto di Maria Teresa all'antiporta inciso in rame da Antonio Baratti; magnifici capilettera, testatine e finalini incisi finemente in rame; frontespizio in rosso e nero. Bella legatura coeva in piena pergamena rigida, doppio tassello al dorso con titoli e ricchi fregi in oro, tagli splendidamente marmorizzati. Bellissimo esemplare, caratterizzato da carte freschissime e ampi margini. Bonifazio Finetti (1705-1782), friulano nativo di Gradisca, va annoverato fra i più originali e autorevoli giuspubblicisti italiani del tempo. L'opera include la famosa e comunque pacata polemica dell'A. contro Vico e la forte replica al Duni, allievo di Vico, che aveva preso le difese del maestro. Il taglio spiccatamente antigiusnaturalista si sviluppa intorno a dottissime dissertazioni sopra le opere di Hobbes, Pufendorf, Thomasius, Wolf, Selden, Grozio e Barbeyrac. Così Silvano Cavazza (Dizionario Biografico degli italiani, Volume 48) a proposito di quest'opera: “Non è chiaro invece perché il F. adoperasse il nome di Gianfrancesco, senza fare alcun cenno alla sua condizione di frate domenicano. È ragionevole pensare che il F., rimasto sempre suddito fedele degli Asburgo, in questo modo abbia voluto superare il divieto posto dalle autorità politiche ai regolari del dominio veneto di avere relazioni con i confratelli della confinante contea austriaca, dopo la controversa istituzione su quelle terre dell'arcidiocesi di Gorizia (1751). L'opera [...] intende ripristinare la dottrina cattolica e tomista che pone Dio a fondamento del diritto di natura, contro i giustiaturalisti del XVII e XVIII secolo e le loro tesi sull'origine umana e contrattualistica di tale concezione. Il F. polemizza a fondo con U. Grozio, T. Hobbes, B. Spinoza, S. Pufendorf, C.T. Thornasius, C. Wolf e altri scrittori francesi e tedeschi, arrivando fino a J.-J. Rousseau (libro V, cap. 4) e, in Italia, a G.B. Vico, col suo discepolo E. Duni (libro VIII, cap. 3 e libro XII, cap. 6), tutti accomunati in una condanna severa e senza distinzioni”. Un vero e proprio capolavoro nell'ambito della dottrina settecentesca italiana sopra diritto naturale e diritto delle genti. Rarissima prima tiratura della prima edizione (la seconda e più comune tiratura porta la data 1765). Cfr. Sapori, 1222.
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